giovedì 30 giugno 2011

L'era del contro-marketing

Ieri le aziende potevano fare anche le peggiori cose, senza che si sapesse, quindi senza nessuna ripercussione su immagine e credibilità. E, quindi, senza nessuna presa di responsabilità.

Col web la festa è finita.
Se un'azienda
- assume comportamenti ipocriti rispetto alle dichiarazioni
- danneggia lavoratori, fornitori, ambiente e società,
- inganna i suoi clienti,
rischia di incorrere in devastanti danni alla sua reputazione, un bene intangibile molto lento e costoso
da costruire.

La "responsabilità sociale d'impresa" fino a ieri era di moda, oggi è una necessità impellente.
Perché nessun avvocato ti può salvare dallo sputtanamento globale e dal boicottaggio quando a controllare i flussi di informazioni non sono più (solo) le multinazionali e i poteri forti.
Oggi basta un blogger agguerrito, un gruppo Facebook dinamico, un sapiente mix di social network,
o anche la vendetta dei singoli sui siti di recensioni (come ad esempio  Tripadvisor per il turismo o Ciao.it per i beni di consumo): ogni cliente maltrattato o stakeholder danneggiato può vendicarsi in "mondovisione"!

E allora ecco girare video sulla sfacciataggine della ENI (la grande compagnia energetica italiana che si vanta della sua responsabilità e poi crea disastri ecologici nel terzo mondo).

E poi il boicottaggio della Nestlé ("nutrirsi bene vivere meglio"), responsabile della morte di milioni di neonati a causa della spregiudicata diffusione di allattamento artificiale in precarie condizioni igieniche.

E perché non boicottare anche ProcterGamble e tutti prodottori che ancora vivisezionano gli animali?

Naturalmente se il boicottaggio è fazioso le aziende più accorte sanno come rispondere: tacere è sempre controproducente. Lo dimostra Barilla, a lungo danneggiata da un passaparola sulle presunte coperture in Eternit dello stabilimento di S. Nicola di Menfi (da cui proviene la merendina preferita di mio figlio!), e che non ha esitato rispondere in modo molto puntuale, a partire da una campagna Adwords su Google.
Provate a digitare "Barilla Eternit", troverte questo annuncio:

Saranno contenti i lavoratori vessati di tutto il mondo (temo la maggioranza): oggi possono vendicarsi del loro datore di lavoro poco lungimirante con una recensione su un portale come SOPO, raccontando dove si lavora meglio e dove peggio. Interessante scoprire gli altarini di alcune aziende altamente incoerenti. Ad esempio: vi ricordate "La Coop sei tu, chi può darti di più?". Bene, raccontatela agli incazzatissimi (ex) dipendenti Coop che così la valutano.

Ma il vero colpo di genio è stato messo in scena da Greenpeace. L'associazione ambientalista ha scatenato una Guerra Stellare ai danni di Volkswagen, rea di essersi dichiarata "il produttore di auto più eco-friendly al mondo".
Uno straordinario video super virale
scimmiotta l'originale spot ispirato a Guerre Stellari e conduce ad un sito web molto ben studiato,
un perfetto esempio di web marketing, anzi, contromarketing.
Sull'onda della travolgente colonna sonora, gli utenti diventano protagonisti, si uniscono all'Alleanza Ribelle incoraggiati dal counter degli Jedi Ribelli, da bottoni "call to action",
e, grazie ad un form semplice ae attraente, in pochi passaggi firma una petizione on-line per costringere il produttore di auto a promuovere automobili davvero ecologiche, facendo leva anche sull'astuta dichiarazione "guido un'auto VW, e chiedo all'azienda di cambiare".

Chi, persuaso, decidesse che il divertimento del video val bene la compilazione del form,
si troverebbe poi invischiato in un vero e proprio "addestramento Jedi" per vincere una t-shirt di Greenpeace grazie al metodo "amico porta amico". Per chi ha firmato, il portale si trasforma in un social network ludico: per ogni persona che si unisce all'Alleanza tramite la pagina, l'utente riceve 5 punti-forza, per accedere a nuovi strumenti.
Quante aziende sono capaci di persuadere e coinvolgere così?
Come reagirà Volkswagen?

A proposito, mi aiutate ad accrescere la mia forza?

mercoledì 29 giugno 2011

La mappa non è il territorio.

Nei corsi di comunicazione insegno che noi  percepiamo le persone e le cose secondo lo stereotipo che ce ne siamo stampati nella mente.
Persino dei nostri figli abbiamo un'idea che è solo la nostra idea, e che non coincide, ad esempio, con l'idea che ne hanno altre persone.
Eppure tutti i genitori coltivano l'assurda presunzione di conoscere molto bene i loro figli....

Un esempio?
Fine dell'anno scolastico.
Tempo di pizzate, di feste, di addii, di foto ricordo, di faldoni traboccanti di lavoretti e disegnini.
E tempo di colloqui con le maestre.
Ed ecco le sorprese!

La mia idea del mio figlio 1: 
affettuoso, bravo, collaborativo, aperto, curioso, intelligente...(vabbeh, lo so che ogni scarrafone è bello a mamma sua ma insomma...)
Il responso della maestra?
Pigro, individualista, conservatore, chiuso, cervellotico, poco determinato, poco motivato.
Non ama lo sport, non ama i giochi di gruppo, non ama disegnare, non ama ritagliare, non collabora nell'apparecchiare. Praticamente gli piace solo farsi i c....suoi. Ah, sì, però si esprime molto bene.
'Anvedi!




La mia idea della figlia 2? 
prepotente, umorale, testarda, cozza, violenta, stronzettina e...vabbeh, sì, anche simpatica e tanto bella (ci mancava pure altro...) 
Il responso della maestra?
Dolcissima, educata, affettuosa, rispettosa, solare, simpatica.
Ama cantare, ama ballare, ama disegnare, ama ritagliare, ama osservare.
Ok, ci ha messo mesi e mesi ad adattarsi al nido, ma ora ci va volentieri ed è "sbocciata".
WOOOOW! 
Ma parliamo della stessa creatura?

Posso ammettere di essere tornata a casa gongolando e di averla guardata con occhi diversi?
Non si finisce mai di imparare...

lunedì 27 giugno 2011

Anniversario

Ho trascorso cinque anni nella mia prima casa da sposata, un piccolo appartamento che è stato testimone di tanta felicità e da cui siamo usciti in tre.
Ma ne sono trascorsi quasi altrettanti nella mia casa, la prima (e forse l'ultima) che io abbia mai posseduto.


Il 27 giugno 2007 faceva caldo.
Ma io non sentivo caldo né freddo, solo tanta fatica, e un mix incredibile di emozioni.
La stanchezza, fisica e psicologica.
L'arrabbiatura (per gli ultimi difetti, ritardi e intoppi).
Lo smarrimento: i nostri mobili, pezzetti di vita accatastati qua e là.
Il disagio: non trovare nulla, abituarsi a spazi quadruplicati.
La malinconia: cambiare casa è voltare pagina e gli ultimi raid nel vecchio appartamento erano vissuti con un certo nodo alla gola.
Il sollievo: nessuno poteva credere, un mese prima, che saremmo riusciti ad entrare quando da noi deciso, men che meno gli artigiani a cui avevamo fatto una pressione pazzesca perché finissero in tempo i lavori.
E, infine, una incontenibile felicità.
Eccoci qui: sporchi, sudati, distrutti. Ma gonfi di orgoglio ed euforia.

(qui c'era una foto, eliminata per motivi di privacy e di vanità su richiesta del marito A.M.)
  

Abbiamo deciso ogni piastrella, progettato ogni vite, studiato ogni dettaglio,
immaginato ogni particolare.
Abbiamo visto crescere questa casa mattone per mattone, l'abbiamo voluta a nostra immagine e somiglianza.
E, la notte di quattro anni fa ci siamo finalmente addormentati sotto questo tetto.

Oggi abbiamo festeggiato la ricorrenza  dopo un fantastico bagno in piscina,
mangiando nel nostro amatissimo portico.
Quello costantemente solcato dalla mia piccola tribù dai piedi neri.


E mi sono sentita un pò come quattro anni fa.
Stanca, sudata.
E felice.

sabato 25 giugno 2011

Basta odiosi privilegi: finalmente possiamo fare qualcosa di concreto.

"I referendum fanno schifo perché servono solo ad abolire dei pezzi di leggi" disse quello che non andava a votare.
Ecco una iniziativa propositiva e non abrogativa.





Un progetto di Legge di iniziativa popolare per ridurre i costi della politica in Lombardia.
Per risparmiare decine di milioni di euro di assurdi e medievali privilegi dei politici lombardi.
Gente come questi qua, per intenderci:

 



Servono 5000 firme autenticate di cittadini lombardi entro ottobre 2011.
Ecco dove firmare

Una volta tanto puoi cambiare le cose con una semplice firma!!
Passaparola!!

O mio Bio.

Sono entrata nel tunnel eco-solidale-bio-naturalista.
Mentre il mondo va verso l'autodistruzione, per salvaguardare la progenie e  la terra bisogna rimuovere le cause della follia dall'origine.
Agricoltura ed allevamento intensivi hanno effetti ecologici devastanti, producono prodotti tossici e di scarsa qualità ma economici, perfetti per essere comodamente ed economicamente distribuiti nell'ipermercato a discapito del produttore e del consumatore.
Ma il mio percorso verso l'impatto zero è lastricato di difficoltà operative. E da qualche calo di motivazione.
Questa mattina, ad esempio.
Cielo cristallino e sole splendente: mi sarei volentieri sparapanzata al sole. I buoni propositi di dieta si sono infranti con lo stress, le uova di pasqua che i figli non mangiano, la nutella consolatoria a cucchiate. Per cui un pò di tintarella aiuterebbe l'autostima.
Ma.
Il frigo traboccava di pomodori bio super maturi.
Le albicocche bio già leopardate di loro* stavano per trasformarsi in una composta di frutta e vermi (very bio).
La farina (bio) è prossima alla scadenza (ehm ehm, non ho fatto così tante torte come mi ero prefissa).
Inoltre al GAS** avevo ordinato un kg di carote, senza ricordarmi che ne avevo altrettante provenienti dal Natura Sì***.

E allora ho raccolto il basilico, sciacquato i capperi, affettato le cipolle di Tropea, il sedano e le carote, e, con l'aiuto del dado bio-fresco del contadino ho preparato un ottimo sugo di pomodoro, con cui ho condito penne integrali. 
La purea di albicocche si è trasformata in un'ottima clafoutis, un dolce al cucchiaio con uova freschissime e zucchero di canna. 
Un'ora di lavoro (esclusi piatti da lavare ovviamente).
A cui vanno aggiunte mezz'ora  tra ordine e ritiro della spesa al gas. 
E un'ora per la spesa al NaturaSì. 
E mezz'ora in fattoria (cinquanta minuti considerando il tempo passato a vedere le mucche e i cavalli con i figli dopo la spesa).
Risultato? Servo in tavola il buonissimo e sanissimo pranzetto e...
- Io non mangio, sono disturbato di stomaco. (quello grande)
- Oggi non mi va la pastasciutta (quello medio, che si era strafogato di brioches a tradimento a colazione).
- Etta patta no-a- vojo! (quella piccola, che non resiste mai alla tentazione di dire NO).
La clafoutis era troppo calda, poi troppo fredda. 
La formaggella del fattore andava benissimo (alla faccia del: bisogna consumare meno latticini).
Ma vi possino!

Il mio pensiero corre al corso di Motivazione che ho tenuto questa settimana.
La motivazione è l'espressione dei motivi che inducono le persone a una determinata azione.

Ora...mi date torto se la prossima volta rovescio nel piatto un Quattro Salti in Padella o una latta di Chappy comprate all'Auchan?

* per chi non lo sapesse frutta e verdura bio sono spesso ammaccate e piene di imperfezioni.
** GAS= gruppo di acquisto solidale
*** =supermercato biologico molto ladro e poco equo-solidale.

martedì 21 giugno 2011

La sindrome di Toy Story 3



Alessandro fu folgorato a 18 mesi davanti al plastico ferroviario del Castello di Brescia: trenini!
Da allora, per 5 lunghi anni, la nostra vita familiare è stata allietata da:
- infinite ripetizioni di Thomas il trenino, imparandoci a memoria le canzoncine "Accidents" e "Night Train".
- Svariate gite per stazioni e in stazioni per l'adorazione di treni a vapore, elettrici, passeggeri, merci, container, cisterne, manovatori, ecc.
- Una impressionante plastico domestico di trenini Brio-misto IKEA, con una collezione paurosa di stazioni, trenini a batteria e costosissimi pezzi speciali,
- Innumerevoli piste di plastica di ogni fascia di prezzo e di ogni durata: 0-5 minuti; 5 minuti-6 mesi; oltre 6 mesi.
- Un vero e proprio plastico elettrico, assolutamente prematuro, ingombrante, costoso, poi finito ingloriosamente in cantina con suo comodo pannello di laminato 2 metri x 3.
- Diverse gite dallo Zio Bob, forzato a riesumare con ore e ore di certosino lavoro, i suoi modellini della prima metà del secolo XX°.
- Una visione treninocentrica della vita, in cui anche le ante scorrevoli di un armadio rivestono un certo fascino in quanto scorrevoli su binario.
- Una intera vacanza in un villaggio marchigiano solcato dalla ferrovia, punto di debolezza della struttura per i recensionisti del web, e irresistibile fattore di attrattiva per noi.
- Il presepio di casa nostra? Vi devo spiegare con che mezzo arrivano i re Magi alla capanna? No, niente cammelli, c'è il pendolino del 6 gennaio...

E come sempre accade con i figli, quando tu ti sei abituato, attrezzato, adeguato, impegnato,
quando hai partecipato, investito, condiviso...
loro che fanno? Cambiano!

E fu così che il mio bambino si stufò dei trenini e staccò ad uno ad uno le fantastiche locomotive sticker dalle pareti della sua cameretta, per lasciare spazio ai suoi orrendi disegni degli orrendi personaggi di SuperMario e di Ben10!!!

E io che predico nei miei corsi che la propensione al cambiamento è l'atteggiamento dei veri vincenti...
mi sorprendo malinconicamente malata della sindrome di ToyStory3.

E ripenso a un augurio per la nascita del mio primogenito:


Benvenuti nel treno dei genitori.
ATTENZIONE!  E' un treno VELOCISSIMO; non si ferma quasi mai e da pochissimo tempo per guardarsi indietro. 
Quindi non vi distraete troppo, ma guardate bene dal finestrino il paesaggio che cambia cosi'
velocemente e senza ripetersi mai.


Ciuf Ciuuuuuuff!

lunedì 13 giugno 2011

Anche a me batte il quorum di felicità

Non trovo parole migliori per esprimere quello che provo, devo proprio citare la collega blogger Panzallaria
"Non ha vinto questo o quel partito oggi. Oggi ha vinto il passaparola, l’attivismo delle persone. Ha vinto la mia vicina che ha stampato i volantini informativi per il referendum e li ha infilati in tutte le buchette, ha vinto la signora che ha passato la domenica sulla spiaggia per invitare i bagnanti ad andare a votare, a fine giornata. 
Ha vinto il banchetto improvvisato in mezzo alla via, quelli al bar che raccontavano pubblicamente perché votare  e perché votare si. Ha vinto la Rete, quella reale e quella virtuale dei tanti che – lontani dalla politica di palazzo e dai Comitati ufficiali –  hanno fatto di tutto perché la soglia dell’attenzione rimanesse alta.
Ha vinto l’Italia che ha capito che non è con i “tanto non cambia niente” che si può vivere bene in un Paese ma che ha voluto cambiare davvero le cose. (...)
Grazie alla Rete possiamo. E non parlo della Rete web, parlo di un concetto sociale che si sta affermando e che usa il web ma non ne rimane invischiato e ne vede anche i lati negativi . Parlo della capacità di andare oltre l’indignazione e di attivare MOBILITAZIONE."

57% di votanti. Quattro SI schiaccianti. Questa è la risposta al premier che ci ha invitato a disertare le urne: un politico con le palle avrebbe cercato di convincerci per il NO, sarebbe stato più dignitoso.
VERGOGNA a chi non ha voluto dedicare un quarto d'ora per esprimere la sua posizione.  A chi se ne frega di esprimere posizione su temi come il NUCLEARE o l'ACQUA.  Chiunque egli sia.  Per fortuna 26 milioni di italiani sentono di avere un DOVERE CIVICO e MORALE. E non solo diritti. 


venerdì 10 giugno 2011

De gustibus

- Etto formaggio FA CHIFO.
- Valentina, non si dice FA SCHIFO. Puoi dire: questo formaggio A ME non piace.
Momento di riflessione e poi:
- Etto formaggio A ME FA CHIFO.

Due anni e un mese.
Sei mesi fa a malapena diceva il suo nome e adesso canta le canzoni a memoria.
E ce le canta.
Non so se mi spiego.
Ho come l'impressione che ne vedremo delle belle.

lunedì 6 giugno 2011

Non ci sono proprio più.

Cosa? Ma le mezze stagioni, chiaro.
O meglio, ci sono pure, ma in una sequenza incomprensibile.

Ad aprile siamo passati dal cappotto alle infradito.
Ci sono voluti due mesi per:
- completare il cambio di stagioni x 4 (inclusa la gestione-prestiti-abiti-figli);
- sistemare il portico;
- portare a lavare i piumoni (e quindi chiedere un mutuo e poi dimenticarli in lavanderia per non pensarci);
- fare installare il condizionatore per la camera del figlio;
- portare su tutti i giochi estivi;
- inaugurare la piscinetta gonfiabile;
- riporre anche gli ultimi maglioncini "perché tanto ormai";
- e, dulcis in fundo, convincere il suocero ad aprire la piscina. Tadaaaaaa!!!
Aspett che 'mo mi tufffff ROARRRR. Echecazz, un tuono?

E quindi?
E quindi è tornato l'inverno.





Coro dei lettori: E adesso che ti sei lamentata del tempo?
E adesso che mi sono lamentata del tempo, ho acceso la luce, chiuso le finestre e infilato un maglione...
torno a lavorare. Pensando alle vacanze estive.


Rettifica (poche ore dopo)
E adesso che mi sono lamentata del tempo ho tirato fuori il nureflex e la tachipirina per la piccola che ha
una super tosse e la febbre, mi accingo a fissare appuntamento con la pediatra per i soliti, noiosi malanni di stagione. Si, ma di quale stagione?

domenica 5 giugno 2011

Ode al paesello

Fra pochi giorni saranno quattro anni che vivo al Paesello.
E quattro anni che, pur adorando la mia casa, me ne lamento.

I commercianti maleducati.
Gli amministratori rozzi.
Le poche iniziative culturali.
La scarsità di servizi.
La lontananza (relativa) da alcune persone care...

Spesso si capisce davvero quanto si tiene a una cosa solo quando si rischia di perderla.

A me è successo ai primi di maggio, durante ia fioritura delle acacie.



Quando ho iniziato ad impegnarmi seriamente per lottare contro la costruzione di uno schifoso inceneritore di pollina
che deturperebbe l'aria e il paesaggio del Paesello.

Mentre costeggiavo il paese in macchina mi sono guardata intorno, ho osservato il tripudio di 
acacie lussureggianti e punteggiate di fiori color crema...e, all'improvviso, il Paesello mi è sembrato bellissimo.
E mi sono resa conto che, in fondo, amo vivere qui.
Non solo per il privilegio di avere un resort estivo privato.

Amo l'assenza di traffico e le strade in mezzo al verde.
Fermarmi a vedere le mucche mentre porto la Polpetta al suo asilo.
Andare in cascina a fare la spesa biologica.
Scoprire che ci sono tante persone aperte e di buon cuore e persino di cultura anche trai "Roncaì"(*)
(*) soprannome degli abitanti del paesello
Portare i figli non in una palestra ma in questa meravigliosa fattoria didattica




Percorrere pochi metri e trovare questo.

e questo fiume
e questo bosco



e, infine, una stupenda pista ciclabile sulla quale in teoria potrei correre o pedalare fino al lago di Garda. 




In pratica non lo faccio mai. 
Ma solo il fatto di vederla dalla finestra mi fa sentire molto meglio.
(quasi come se fossi io a farci jogging all'alba :-)

Ebbene sì, nonostante tutto sono contenta di poter crescere qui i miei figli, 
e mi batterò come una iena perché questo posto non venga deturpato dalla schifosa ciminiera
e dall'andirivieni di merda di pollo... 









Conversazioni splatter

Violentina.
Questo è l'appellativo che la Polpetta ha meritato fin dalla più tenera età per aver precocemente manifestato un'indole manesca e prevaricatrice.

Dall'inizio della bella stagione la dolce fanciulla si è accanita con grande impegno su formiche e mosche.
Sulle prime si scaglia più che altro per esercitare un pò di infantile onnipotenza: le insegue, le schiaccia col piedino e poi sospira "Etto fatto!" con l'aria soddisfatta delle casalinghe della pubblicità.

Le mosche, invece, dapprima le incutevano terrore per il ronzio sordo e l'aspetto sgradevole. Il terrore si è trasformato in rabbioso fastidio verificata la loro ostinazione a auto-invitarsi nel suo piatto e assodato che la mamma, su richiesta ("Mammaaaa la uzzidi?") poteva sbarazzarsene brandendo il famigerato "Tatta-mocche" (=schiacciamosche).




Constatato poi che la mamma non era sempre disposta a interrompere il suo pasto per improvvisare 
un safari sul tavolo di cucina, la piccola donna d'azione ha stabilito che "chi fa da se fa per tre", si è impossessata del Tatta-mocche e ha provato a scagliarsi contro una piccola improvvida mosca che riposava ignara sul divano.
Splat! Successo! 
Da allora la Caccia alle Mocche è diventata una delle attività di maggiore soddisfazione per lei, insieme
alla distruzione di torri, allo smembramento di ferrovie, e alla sottrazione indebita di collane materne e bolle fraterne.
Il rito si conclude di solito con l'urlo liberatorio ("Etto! è motta!") e con un rapido funerale nel più vicino water.


Ieri pomeriggio stavo cercando di spiegarle la pericolosità della finestra, ricorrendo al paragone con il terrificante volo dalla torre
della strega di Rapunzel. 
Non inorridite. Non vanno dette le bugie ai bambini. 
E poi un pò di sano terrore va benissimo se incoraggia un pò di prudenza.
L'aver mostrato a un Alessandro duenne un riccio spiaccicato raccontando la tristissima storia del riccio che 
non ascolta la sua mamma ha funzionato, fino ad oggi, rendendolo assai circospetto sull'asfalto.

- Allora. Hai capito? Cosa succede se Valentina cade dalla finestra?
- More. Anche 'a ftrega è motta.
- Esatto! Muore stecchita! E poi la raccogliamo come una mosca morta! 
Attimo di riflessione.
- E poi 'a buttiamo al water? 
Interviene il fratello, occhioni sgranati e aria seria:
- Io preferirei tenerla. Per ricordo!
- Beh, amore. Non si può tenere il corpo di una persona morta.
- Perché?
- Perché dopo un pò il corpo si decompone, fino a trasformarsi in uno scheletro.
- Beh, allora teniamoci almeno la testa!




venerdì 3 giugno 2011

La democrazia ha bisogno di tutti!


Quando le istituzioni hanno perso credibilità.
Quando la vita pubblica è una rissa da fare impallidire i reality show.
Quando i valori e le regole del vivere comune sono calpestati.
Quando i privilegi odiosi e l'incapacità politica di pochi schiacciano l'aspirazione di molti di arrivare alla fine del mese.
Non ci rimane che esprimere la nostra opinione.

Il referendum può sembrare una noia, una cosa difficile e scomoda.
Soprattutto un referendum indetto per il 13 giugno, a scuole chiuse.
Avrebbero potuto indirlo prima, e accorparlo alle elezioni amministrative e così avremmo risparmiato tutti 400 milioni dei soldi pubblici.


Non hanno voluto.
Perché il referendum è uno strumento di democrazia diretta, che permette agli elettori di esprimere il proprio parere senza intermediari.
Dietro un referendum c'è il lavoro immane di pochi cittadini informati e consapevoli
a vantaggio di tutti gli altri.

Ma questo governo NON VUOLE  che i cittadini possano esprimere il proprio parere.
Infatti, ha fatto DI TUTTO per impedirci di farlo.
Ha bloccato il nucleare dichiarando espressamente di volere solo rimandare la cosa e
annunciando che "il referendum era inutile".
Ha imposto ai media di ignorare il referendum tanto che una notizia di rilevanza immensa come
la conferma della Cassazione è finita due giorni fa in terza pagina.


E VOI COSA NE PENSATE?
Volete che l'acqua resti un bene pubblico o vi va bene che venga gestito con la logica del profitto privato?
Volete che il fantasma di Fukushima si allontani dal nostro territorio o pensate che il nucleare sia una politica energetica che il nostro paese può gestire in sicurezza e con grandi vantaggi per tutti?
Volete che la legge sia uguale per tutti o vi sta bene che chi ci governa possa commettere qualsiasi crimine ed evitare un processo parandosi dietro il "legittimo impedimento"?

OPPURE volete che si buttino nel cesso 400 milioni, che il quorum non venga raggiunto 
e che continui il delirio di onnipotenza antidemocratico di chi ci governa??

Faites vostre jeu, mesdames et monsieurs.